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La Rete è democrazia

  • Writer: Marco Iannelli
    Marco Iannelli
  • Feb 24, 2016
  • 3 min read

La Rete (Internet) è democrazia.


Nella Rete, per rifarsi a concetti del passato, ha modo di affermarsi “il mito di Protagora”. La riflessione filosofica del V-IV secolo a.C. sulla democrazia ebbe il più interessante protagonista in Protagora di Abdera, uno degli intellettuali più prestigiosi e celebri attivi ad Atene nella seconda metà del V secolo.


Il mito di Protagora viene considerato, ancora oggi, il ‘manifesto’ dell'ideologia democratica perché in esso trova giustificazione una certa forma di uguaglianza tra gli uomini, i quali sono tutti, almeno potenzialmente, in possesso della virtù politica (in questo caso, parafrasando, intesa come libertà di accesso, "cittadinanza" della Rete), e di una dotazione minima di competenze (in questo caso dotazione di competenze informatiche) utili a governare la città (il governo della città paragonabile al governo dell'agorà della Rete). Inoltre, sono depositari anche di un'autonomia decisionale (l'entità dei contenuti veicolati in Rete), che rinvia a una soggettività autonoma e trasparente.


Il concetto credo sia chiaro. La Rete è una agorà aperta a tutti indipendentemente dal censo e dalle possibilità economiche dei partecipanti. I sovrani sono posti nella Rete sullo stesso piano dei sudditi. I ricchi nella Rete non hanno migliori possibilità di vedere affermate le proprie idee a discapito del più povero e derelitto degli esseri umani. Rispetto a questo ultimo assunto è stupefacente pensare che con la semplice connettività in Internet (dai costi più che esigui) anche il povero ha la possibilità di far conoscere il proprio pensiero a livello globale.


Se ci riflettete un attimo, sono concetti straordinari. L'affermazione in senso universale delle tesi dell'individuo passano attraverso un mezzo ultra economico ed etero diffuso. Ci rendiamo conto della importanza di questi concetti, se solo pensiamo al fatto che qualche decennio fa il mezzo di comunicazione in auge era quello televisivo o radiofonico ed era precluso, in ragione dei costi di gestione, alla totalità della popolazione mettendo alcuni individui più ricchi (una sorta di oligarchia della comunicazione) in una condizione di supremazia informativa.


Lo scambio delle idee avviene, quindi, in un concetto di parità e questo introduce immediatamente la concezione di democrazia. In Rete le idee del Sovrano si scontrano con le idee del suddito, così come le idee del ricco si scontrano con quelle del povero. Alla fine quella che emergerà sarà la figura del soccombente e la figura del vincente e sono paradigmi che in Rete trovano la loro naturale affermazione democratica nella qualità delle idee e nella concretezza delle rispettive posizioni.


Sono concetti affascinanti ai quali non riesce a sottrarsi neanche la politica. Immaginate, infatti, solo per un attino cosa è accaduto fino ad ora in questo ambito. In ambito politico, anche il più promettente giovane, per vedere affermati i propri bisogni, ha sempre dovuto ricorrere (soggiacere) a soggetti politici che, pur in presenza di un consenso popolare che li legittimava, in molti casi non avevano che un decimo delle qualità (non ultimo morali) e potenzialità delle persone delle cui sorti decidevano i destini.


Sono concetti, se ci pensate, aberranti, ma purtroppo, in tutta la loro portata, del tutto realistici.


In rete ciò è democraticamente ribaltato. Se hai capacità e le tue idee sono valide, puoi tranquillamente bypassare questo schema concettuale ed ottenere il giusto successo indipendentemente da una consacrazione e legittimazione del politico di turno che decide di aprirti la strada; perché è la Rete che, in virtù del consenso sulla qualità delle idee, ti apre alla fine meritocraticamente la strada. Ma vi è di più, la potenza e la incoercibilità della Rete è tale da riuscire a smascherare tali distorte architetture sociali indipendentemente dalle resistenze che queste offrono.


Immaginate come “il Re possa essere nudo” in Rete. Chiunque, con dei mezzi a disposizione di tutti, può, in qualunque momento, denunciare le malefatte del politico di turno e fare in modo che la verità sia veicolata, senza freno alcuno, a livello planetario ben oltre i confini dove agisce la sua influenza.


La Rete, quindi, ritornando e concludendo con gli assunti di Protagora, diviene alla fine la sapienza tecnica, cioè la competenza artigianale (demiourgikè techne) e prende quasi la forma del fuoco che Prometeo donò agli uomini.


di Marco Iannelli







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