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La forza dei detti antichi

  • Writer: Marco Iannelli
    Marco Iannelli
  • Feb 7, 2016
  • 2 min read

Stamane riflettevo su un detto popolare partenopeo che fa: “aret’ a ogni pallone ce sta nu guaglione”.


Chi è di Napoli come me, sa il significato di questo adagio popolare che viene tradotto: “dietro ad ogni pallone c’è un bambino”.


Chi conosce Napoli, sa che è una città dove nulla è lasciato al caso. Proprio perché le dinamiche di questa antichissima metropoli sono spinte fino all’inverosimile, tutto ciò che qui vi nasce e vi riesce a sopravvivere, per il solo fatto di essere riuscito a superare i difficili e selettivi “blocchi di partenza”, è un qualcosa che ha un senso, oserei dire un carattere, un'anima.


In questo, più di ogni altra cosa, hanno una caratterizzazione i detti antichi, popolari.


In particolare, questo detto - “aret’ a ogni pallone ce sta nu guaglione” - ha una filosofia speciale, rappresenta i tratti caratteristici di questa singolare città.


Chi è di Napoli sa bene che guidando un’autovettura nel traffico, se vede spuntare da un vicolo all'improvviso un pallone rotolante sa perfettamente che deve fare attenzione, deve rallentare, se non addirittura fermarsi, perché, di lì a poco, sa che dietro al pallone spunterà sicuramente un bambino.


Sì, perché il gioco del calcio (che a Napoli si chiama da sempre “il gioco del pallone”) è una attività di fantasia, di estro, di creatività. Per intenderci, solo a Napoli un atleta come Maradona, che rappresenta il paradigma della fantasia calcistica, poteva assurgere al rango di Re.


Il “gioco del pallone” è una attività che nasce, matura, si concretizza nei piedi scalcianti degli scugnizzi partenopei e si esplica solo nella singolare e caratteristica cornice dei vicoli angusti e rumorosi delle strade di Napoli. Ecco allora che passeggiando per le strade antiche di Napoli è facile imbattersi in un pallone inseguito da festanti e spontanei ragazzini.


Sono modi antichi, singolari di vivere la città. Modi che hanno i loro tempi, le loro pause, le loro ragioni di essere. Rappresentano, in ultima istanza, l'anima stessa di Napoli.


Ed allora ecco che anche un semplice pallone, che sbucando all’improvviso da un vicolo ti colpisce indosso, non può che farti sorridere. Non puoi arrabbiarti, non devi, per un qualcosa che rappresenta la tradizione di Napoli, l’essenza di questa città.


Devi dimostrare di essere pazientemente partenopeo, devi dimostrare a questa città di averne metabolizzato i suoi tempi in maniera esatta, puntuale, irrinunciabile.


Non puoi, non devi, lasciarti cogliere impreparato, spiazzato e dimostrare istintivamente insofferenza perché un istante dopo daresti prova di essere fuori della tradizione.


Sì, perché Napoli, a dispetto delle grandi metropoli proiettate continuamente verso il futuro, e una città di cuore di pancia, una città di tradizioni, una città attaccata morbosamente al suo passato.


Una città dove anche le parole di un semplice detto hanno uno spessore ed un significato; sicuramente per molti e non per qualcuno …


di Marco Iannelli







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